Lontano, lontano by Luigi Tenco

Lontano, lontano by Luigi Tenco

autore:Luigi Tenco [Tenco, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2024-01-11T15:35:29+00:00


** In realtà Dick Ventuno.

*** Si sta riferendo a «Una brava ragazza» del 1961.

**** In realtà «Il mio regno».

***** In realtà Canzoniere minimo.

parte settima

Lettere a Valeria

(1965-1967)

Milano, 13/10/1965

È molto carina quella piccola mansarda che ti ha «offerto» la tua amica; mi piace Adriana: è una ragazza con una classe innata, riflessiva, molto discreta. Spero vivamente che la sua presenza abbia un’azione positiva su di te, per smussare quel tuo caratterino così impulsivo e a volte irriducibile: solo un pochino, però! È deciso allora, amore, passerò all’Rca con l’anno nuovo. Sai, mi rendo conto che l’industria della canzone sta cambiando e mi aspetto molto da questo passaggio… ho l’impressione di essere arrivato ad una svolta, ma non so ancora di preciso cosa ci troverò dietro. Mi rendo conto che l’Rca è una casa discografica con precisi criteri economici e mi rendo anche conto che ogni cantante che vi approda ha un preciso valore commerciale. Ma quello che io cerco, quello di cui ho urgente bisogno non è tanto, o solo, il successo, un riscontro economico, io non voglio, non posso commercializzare le mie canzoni, ma un riconoscimento, quello cui aspira qualsiasi essere umano quando fa qualcosa in cui crede. E poi… l’Rca vuol dire Roma e Roma vuoi dire te… Devo ammettere onestamente che Roma, per quel che la conosco, non mi comunica un granché: mi sembra quasi di annegare in un mare di paparazzi che inventano le storie più assurde, e di vip e di esponenti della jeunesse dorée (niente di personale, credimi, ma sto pensando ad alcuni tuoi amici). Ma a Roma avrò te: potremo finalmente stare insieme senza quei continui spostamenti cui siamo costretti ora: e da ora in poi, le volte in cui dovrai tornare a casa, userai il treno (niente discussioni!), così io smetterò di preoccuparmi, aspettando che tu sia arrivata.

Luigi

18/11/1966

Amore mio, Adriana ha promesso di farti avere questa lettera: ti prego, leggila, mi è costato scriverla, ammettere la mia stupidità, la mia presunzione, le mie debolezze, la mia ingenuità. Sono solo un uomo, e non tra i migliori, se mi sono lasciato trascinare in questa situazione assurda e non ho la forza e la volontà di uscirne, perché se lo tentassi ne sarei distrutto, comunque.

Io ho sbagliato tutto nella mia vita, l’unica cosa giusta, pulita sei stata tu, sei tu e a te non voglio e non posso rinunciare. Ti ho detto mille volte ti amo, ma non ti ho mai detto scusami (è una parola che non vuoi sentire!) per i miei tanti difetti, per non aver la forza di uscire da questo ambiente ipocrita, falso, spietato in cui domina il compromesso. Perché sono una nullità.

Mi hanno promesso il «paradiso»: mi sento sull’orlo di un baratro. Come ho potuto arrivarci! Accidenti a te, perché non hai avuto fiducia in me, perché non mi hai detto di sì.

È tutta colpa mia: io ho permesso a quella donna di costruire tutta questa storia, mi sono prestato al suo gioco perché, da idiota, io lo credevo solo un gioco.



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